A cura dell’insegnante Elisabetta Onori
La centralità del respiro è uno dei capisaldi della pratica Yoga. Il concetto di prâna si lega ad esso sia in termini fisici che sottili. In questa pratica mettiamo al centro il respiro sperimentando la consapevolezza respiratoria e percependo come si muove nel corpo.
Da una prima autoanalisi/auto-percezione respiratoria, passiamo alla creazione di un ritmo fluido unito alla pratica dei bandha (volontari e involontari) grazie ad un esercizio che viene dallo yoga dell’energia che prevede di passare, sul movimento respiratorio, dalla posizione supina a gambe piegate a kamdharâsana (posizione delle spalle) e ritorno. Abbiamo mantenuto il respiro al centro realizzando supta balinî in maniera graduale e anantâsana (o baddhânguli pârsva merudandâsana). Cercando di mantenere risvegliata e attiva questa presenza del respiro nel corpo abbiamo praticato prasârita pâdottânâsana approcciandola lentamente in ogni sua fase, fino a quella statica finale, vissuta secondo le possibilità e senza violenza. Sciogliendo, srotolondasi sulla schiena in shavâsana, ho proposto di osservare gli effetti prodotti dalla pratica nella percezione del proprio “soffio vitale”.